A gennaio 2020 con un miliardo di utenti attivi nel mondo e venti milioni in Italia, Instagram si è posizionato al sesto posto nella classifica dei social più usati. 1
WhatsApp, Facebook, Messenger e WeChat contano effettivamente più utenti, ma, possono questi, essere veramente considerati social?
Volendo definire alcuni di questi ultimi come “app di messaggistica”, potremmo dire che, in realtà, Instagram detiene il terzo posto sul podio dei social più amati, superato solo da Facebook e YouTube.
Circa un terzo degli Italiani naviga su Instagram ogni giorno: per chi volesse approfondire l’argomento, ricordiamo il webinar gratuito Instagram per le piccole e medie imprese
Il profilo Instagram:
Il profilo Instagram è costituito da diversi elementi che rappresentano la personalità propria o di brand: importanti in questa sede sono il nome account e la breve biografia.
Il nome account si trova in alto: (es. LadyRicaShop) ed è bene non cambiarlo, o comunque mantenere quello scelto a lungo (salvo in caso di rebranding). È altrettanto consigliabile inserire nel nome account qualcosa che definisca l’attività (es. negozio/ avvocato ecc.)
Subito sotto la foto del profilo, il numero di post, di follower e di profili seguiti, si trovano poi la categoria di appartenenza della pagina e la bio (massimo 150 caratteri). Il consiglio è di inserire una call to action e un link che rimandi al sito web. Quest’ultimo sarà l’unico link cliccabile presente sul profilo.
L’algoritmo di Instagram e gli hashtags:
L’algoritmo di Instagram decide cosa mostrare o meno nel feed degli aggiornamenti, puntando sempre all’obiettivo di offrire la migliore esperienza agli utenti.
L’algoritmo è composto da sei elementi:
- Interesse
- Tempestività
- Relazione
- Frequenza
- Following
- Utilizzo
I primi tre sono quelli più facilmente gestibili da parte di chi ha un profilo e vuole usare Instagram con scopi di business.
Interesse: Instagram mostra abbigliamento femminile a donne e ragazze interessate a questo ambito e non, ad esempio, a uomini appassionati di ciclismo. E lo stesso vale per la tipologia di contenuti: se un utente predilige i video, Instagram mostrerà per prima quelli.
Tempestività: l’algoritmo premia i contenuti freschi e i profili aggiornati.
Relazione: Instagram premia gli account che generano maggior interazione possibile con i propri utenti (commenti/chat, like ecc.)
Questi elementi sono gestibili perché, verificando gli insight, ovvero le statistiche relative all’andamento dei propri post, è facile scoprire quali sono i contenuti più apprezzati e quali sono gli orari in cui il proprio pubblico è attivo. Gli altri tre invece (frequenza, following e utilizzo di Instagram da parte degli utenti), non sono sotto il diretto controllo dei profili.
L’uso corretto di Instagram deve necessariamente prevedere anche l’impiego degli hashtag: chiavi di ricerca che permettono al contenuto taggato di raggiungere più utenti, essere visibile a un pubblico più ampio ed assegnare una categoria al contenuto(2).
Come scegliere gli hashtag giusti?
Assegnare ai propri post “l’hashtag più popolare” non è una buona idea perché vorrebbe dire avere tanta concorrenza e vedere il proprio contenuto scomparire nel feed degli aggiornamenti nel giro di pochi secondi.
È bene scegliere gli hashtag legati al territorio (luogo dello scatto/ luogo dell’attività), alla community, al soggetto ritratto in foto, allo stile fotografico o al proprio hashtag di riferimento, così da riuscire più facilmente a raggiungere gli utenti giusti per il proprio profilo.
Oltretutto le aziende possono creare un proprio #hashtag e diffonderlo sia online che offline, oppure creare degli hashtag dedicati per le challenge (vere e proprie sfide in cui si invitano le persone a pubblicare un contenuto a tema) o per gli eventi.
Per saperne di più è a disposizione il webinar gratuito: Instagram per le piccole e medie imprese
[2] Ilaria Barbotti – Instagram marketing – Hoepli 2018 – Milano